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Palestina. Cronologia III (1967-1986)

Storia della Palestina
Cronologia III
(1967-1986) 


1967
Grave tensione in tutto il Medio-Oriente, Egitto e Siria denunciano pubblicamente i preparativi militari di Israele. Il leader egiziano Nasser dichiara di voler chiudere il Canale di Suez alle navi che riforniscono Israele.
Maggio - Il Cairo chiede il ritiro delle truppe ONU, occupa le zone smilitarizzate nel’57 e blocca il golfo di Aqaba. A fine maggio Iraq e Giordania entrano a far parte del patto militare siriano-egiziano. Con il pretesto di difendersi dall’accerchiamento arabo Israele lancia un fulmineo attacco, reagisce con una guerra lampo, passata alla storia come "guerra dei sei giorni".
5 giugno - Alle ore sette l’aviazione israeliana entra in azione distruggendo a terra il 90% dell’aviazione di tutti i paesi arabi.
10 giugno - Israele ha già completato l’occupazione del Sinai egiziano, della Striscia di Gaza, delle alture del Golan siriane, della Cisgiodania e di Gerusalemme araba.
28 giugno – Israele decide il passaggio di Gerusalemme Est sotto la legislazione, la giurisdizione e l’amministrazione israeliana.
8 agosto – Viene indetto uno sciopero generale di massa della popolazione araba di Gerusalemme contro l’annessione.
22 novembre - Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota la risoluzione 242, che chiede il ritiro di Israele dai Territori Occupati, il rispetto di confini sicuri e la soluzione del dramma dei profughi.
11 dicembre - Nasce ad Amman il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Un mese dopo la guerra i profughi palestinesi sono già 100 mila, m adiventeranno in breve 300 mila, perché Israele inizia subito la politica di insediamento dei coloni.
1968
Attriti con Egitto e Giordania sono causa di incidenti sui confini.
21 marzo - Brillante vittoria dei combattenti palestinesi; gli israeliani tentano di impadronirsi della città giordana di Karameh (sulla sponda est del fiume Giordano). Vengono respinti subendo pesanti perdite.
1969
Continuano gli incidenti di frontiera. Azioni militari sporadiche degli egiziani lungo il canale di Suez.
4 febbraio - Yasser Arafat è eletto presidente dell’OLP.
22 febbraio - Nasce il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina.
3 marzo - La Commissione ONU per i diritti umani condanna Israele per "le continue violazioni dei diritti umani" nei territori occupati.
3 luglio - Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU dichiara nulle le misure prese da Israele per modificare lo stato di Gerusalemme.
20 ottobre/1° novembre - Truppe libanesi si scontrano con contingenti militari dell’OLP. In seguito, con la mediazione egiziana, la resistenza palestinese viene ufficialmente autorizzata a restare in Libano.
1970
Il "Fronte Popolare di Liberazione della Palestina" (FPLP), porta a termine una serie di dirottamenti aerei, che provoca l’espulsione dei suoi dirigenti dal Comitato Centrale dell’ OLP.
febbraio – iniziano gravi scontri tra l’OLP ed esercito giordano, che continueranno per tutto l’anno.
15/25 settembre - È l’anno del "settembre nero". Re Hussein di Giordania, impaurito dalla presenza e dall’organizzazione della resistenza palestinese nel suo territorio, sferra contro questa un pesante attacco militare, che provoca più di 4.500 morti e di 10.000 feriti. Si giunge ad una tregua grazie alla mediazione di Nasser, ciononostante, la resistenza palestinese è costretta a lasciare la Giordania ed a spostarsi in Libano.
1971
Nascono le "Pantere Nere" israeliane, un’organizzazione che si batte per il riconoscimento dell’uguaglianza di diritti tra ebrei provenienti dai paesi arabi (cosiddetti "sefarditi"), ebrei provenienti dall’occidente ("askhenaziti") ed ebrei provenienti dall’Europa orientale.
1972
Vengono compiute numerose azioni da parte di diversi gruppi della resistenza palestinese.
Maggio - Tre giapponesi arruolati nella resistenza palestinese, compiono un attentato all’aeroporto di Tel Aviv, 28 i morti e 90 i feriti.
8 luglio - Per rappresaglia, il Mossad (servizio segreto israeliano), uccide a Beirut Ghassan Kanafani (intellettuale di spicco, scrittore ed artista palestinese, uno dei fondatori del FPLP) e la sua nipotina di undici
anni.
5/6 settembre – L’organizzazione palestinese Settembre Nero attacca la delegazione israeliana ai Giochi Olimpici di Monaco, rimangono uccisi diversi atleti.
16 ottobre - Il Mossad uccide Wael Zuaitar, rappresentante dell’OLP a Roma.
8 dicembre - Cade Mahmud Hamshari, rappresentante dell’OLP a Parigi, e morirà il 9 gennaio.
1973
30 aprile/12 maggio - Scontri tra esercito libanese e "fedayyn" (guerriglieri palestinesi per lo più residenti in Libano).
6 ottobre - Quarta guerra arabo-israeliana passata alla storia come "Guerra del Kippur". Egitto e Siria lanciano un attacco coordinato a sorpresa per riconquistare i territori perduti nella guerra del 1967. Dopo alcune sconfitte iniziali gli Israeliani riprendono il controllo della situazione e contrattaccano.
16 ottobre - Le truppe israeliane attraversano il canale di Suez.
22 ottobre - L’ONU adotta la risoluzione 338 che impone un cessate il fuoco, accettato dalle parti. In realtà Israele continua la controffensiva e solo dopo minacce dell’URSS si ferma l’11 novembre.
26/28 novembre – Al vertice dei paesi arabi di Algeri l’OLP è riconosciuto come legittimo rappresentante del popolo palestinese.
21 dicembre - Apertura della Conferenza di pace di Ginevra. Le azioni della guerriglia palestinese proseguono.
1974
14 ottobre – L’OLP viene invitato dall’ONU, come rappresentante del popolo palestinese, a partecipare al dibattito sulla questione palestinese.
25 ottobre - L’OLP viene ammessa in qualità di "osservatore" alla Conferenza Generale dell’UNESCO
7 novembre - La Commissione Culturale dell’UNESCO, con una risoluzione, decide di sospendere gli aiuti che fornisce ad Israele, per la sua persistenza a modificare il carattere storico della città di Gerusalemme.
13 novembre - Arafat, presidente dell’OLP, parla all’ONU pronunciandosi a favore di un unico stato democratico che riunisca ebrei, cristiani e musulmani. Il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese viene riconosciuto per la prima volta dalle Nazioni Unite, con la risoluzione dell’Assemblea Generale n. 3236.
1975
13 aprile - Le milizie falangiste cristiano-maronite uccidono oltre cento tra operai e combattenti palestinesi. Inizia la guerra civile libanese perché le milizie delle forze progressiste si schierano con l’OLP.
10 novembre - L’ONU stabilisce il sionismo è una forma di razzismo.
2 dicembre - Israele bombarda il sud del Libano per "rappresaglia preventiva".
1976
marzo - Le autorità israeliane confiscano vasti terreni appartenenti a palestinesi residenti nei Territori occupati nel 1948. Grande mobilitazione popolare di protesta brutalmente repressa dall’esercito israeliano. A Sakhneen, un villaggio della Galilea, viene compiuto l’ennesimo massacro contro la popolazione palestinese. Da allora questo tragico evento viene commemorato ogni anno il 30 marzo come "Giornata della Terra".
12 agosto - Tal Al Zatar, quartiere e campo palestinese di Beirut, cade dopo sette settimane d’assedio: vengono massacrati tra i duemila e i tremila palestinesi. Gli attaccanti sono i falangisti e i siriani. Poco dopo, Sharon rivela che, a coordinare gli attaccanti, c’erano ufficiali israeliani.
1977
Un gruppo di ufficiali israeliani chiede la pace e la fine degli insediamenti ebraici in Palestina.
6 novembre – Israele deporta il vescovo greco-cattolico di Gerusalemme, Hylarion Capucci, arrestato qualche anno prima per i suoi rapporti con la resistenza palestinese.
19 novembre - Per la prima volta nella storia un presidente di un paese arabo si reca in visita ufficiale in Israele: è il presidente egiziano Sadat, che incontra in Israele il primo ministro Begin.
1978
14 marzo - Israele invade il sud del Libano.
6 novembre – Si apre il vertice di Camp-David, negli Stati Uniti, fra le delegazioni statunitensi, israeliane ed egiziane.
17 settembre - A Camp-David viene firmato un accordo di pace, che comprende due documenti: il primo, intitolato "Accordo quadro per la conclusione della pace fra Egitto ed Israele" prevede il ritiro di Israele dalla penisola del Sinai (portato poi a termine solo cinque anni dopo) e la normalizzazione delle relazioni fra i due paesi e un secondo documento "Accordo quadro per la pace in Medio Oriente" molto generico che prevede la concessione di una non meglio definita autonomia a Gaza e in Cisgiordania per un periodo transitorio di cinque anni. II mondo arabo respinge l’accordo.
1980
Continuano gli attentati del Mossad contro esponenti palestinesi.
13 giugno - La CEE, a Venezia, condanna gli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gaza e l’annessione forzata di Gerusalemme.
30 luglio - Il parlamento d’Israele approva la "legge fondamentale" che proclama Gerusalemme "unita e nella sua interezza, capitale di Israele".
20 agosto - Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approva la Risoluzione n. 478, con la quale ribadisce che "l’acquisizione di territori con la forza è inammissibile" censurando l’approvazione della "legge fondamentale" da parte di Israele, considerandola una netta violazione del diritto internazionale.
1981
aprile - Gli israeliani bombardano Tiro e Sidone.
17 giugno - Bombardano l’impianto nucleare iracheno di Tamuz, presso Bagdad.
17 luglio – Bombardano Beirut: i morti sono più di trecento.
6 ottobre - Viene ucciso, al Cairo, il presidente Sadat ad opera della Jihad Islamica.
9 ottobre - Cade, a Roma, Majd Abu Sharar, funzionario dell’OLP.
14 dicembre - Israele annette le Alture del Golan, appartenenti alla Siria.
1982
marzo/ aprile - Israele sospende sindaci e consigli comunali palestinesi.
11 aprile - Un soldato israeliano, seguace del rabbino razzista Meir Kahane, entra nella Moschea della Roccia a Gerusalemme aprendo il fuoco contro i fedeli mussulmani, uccidendone due e ferendone una trentina. Segue un’ondata di protesta in tutti i Territori Occupati.
3 giugno - A Londra un attentato contro l’ambasciatore israeliano è rivendicato dal gruppo di Abu Nidal, da tempo sconfessato e condannato a morte da Arafat.
4 giugno - Inizia l’operazione: "Pace in Galilea". Viene sferrata da Israele e dalle truppe loro alleate cristiano-maronite, un’offensiva militare contro il Libano e l’OLP. In ottanta giorni di battaglia, si contano tra le 30.000 e le 40.000 vittime palestinesi e libanesi. Beirut rimane divisa in due parti per tutta la durata del conflitto.
6 luglio - Un gruppo di riservisti israeliani si oppone al proseguimento della guerra.
17 luglio - Viene ucciso, a Roma, Kamal Hussein, rappresentante dell’OLP.
30 agosto - I combattenti palestinesi abbandonano il Libano e il quartier generale dell’OLP viene trasferito a Tunisi. Gli USA promettono di tutelare la sicurezza della popolazione civile palestinese dei campi profughi.
14 settembre - Massacro di Sabra e Chatila: razzi israeliani illuminano a giorno i due campi profughi a Beirut, consentendo ai falangisti di massacrare per tre giorni consecutivi la popolazione palestinese e libanese inerme. Le vittime ufficiali sono 1.319, ma in realtà all’appello mancano più di 3.000 persone.
25 settembre - A Tel Aviv, si svolge una delle più grandi manifestazioni di ebree ed ebrei, contro il massacro e per la pace: scendono in piazza più di 4.000 persone.
1984
L’esercito israeliano è costretto dalla Resistenza Palestinese a ritirarsi per la prima volta da una parte dei territori occupati nel sud del Libano.
1985
1° ottobre - Gli israeliani compiono un raid aereo su Tunisi, radendo al suolo il quartier generale dell’OLP. Sotto le bombe, muoiono 75 persone.
29 dicembre - Un commando palestinese assalta gli uffici della Compagnia di bandiera israeliana "El Al", all’aeroporto italiano di Fiumicino, facendo 13 morti e 67 feriti.
1986
14 aprile - Si svolge, ad Hebron, una grande manifestazione per la pace, con la partecipazione congiunta di organizzazioni palestinesi ed israeliane.
6 agosto - Il governo israeliano vieta qualsiasi incontro tra israeliani e membri dell’OLP.


tratto da: INFOPAL
 

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